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BACC2014
MICHELEGIANGRANDE

Con le 8.000 uova di gallina che compongono un grande planisfero o le 22.650 cialde di gelato articolate per erigere le “torri di Babele” in memoria delle twins towers, con i tappeti ottenuti intrecciando centinaia di morbidi metri da sarta o con i monumentali ingranaggi generati dall’assemblaggio di centinaia di cartoni da imballaggio Michele Giangrande si afferma come artista di grande versatilità, esteta dell’universo oggettuale e antropologo del paradosso. Ma l’assemblaggio, la contaminazione e la trasformazione dell’oggetto è parte di una “recherche”, che culmina oggi in un campo di indagine all’interno del quale si sviluppa la prima espressione creativa dell’umanità: il “segno”. Un segno che viaggia a ritroso che precede il “disegno” e che l’artista riscopre nella memoria, negli strati calcarei dei ciottoli o nella matita dalla gestualità inconsapevole di un ragazzo affetto dalla sindrome di Down.

Da questo universo primordiale nascono le recenti “series”: Scrawl series, Stones series, Writing series, Signs series e infine Ceramics Series. Marmo, pietra, matita e ceramica sono ingredienti della storia dell’arte e dell’umanità, luoghi di indagine dove riavvolgere la contemporaneità attorno agli elementi base dell’essenza umana. La ceramica, decorata con smalto avorio e motivi blu cobalto della più squisita tradizione locale, in questo senso è materiale privilegiato: volge lo sguardo alle origini e mette in gioco implicazioni socioculturali e di rilettura della tradizione individuando in queste una possibilità comunicativa indirizzata al futuro.

JASMINE PIGNATELLI

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