
BACC2014
SABINEPAGLIARULO
​
Ho visto lavorare Sabine Pagliarulo, con mente e cuore pieno. Modella gres pregiati e produce da sé gli smalti. Le temperature di cottura sono alte e le superfici vibrano tra ruvidi strati di patine, ossidi e spugnature. Nulla è lasciato al caso nel suo lavoro e superando ogni dubbio il risultato è fresco, leggero e deciso.
È questo uno dei casi in cui la materia è nobilitata da una tecnica tutta personale e dall’ostinazione con cui Sabine interviene sulla superficie. Con un percorso che segue le tracce della più classica tradizione è migrata per tutte le esperienze fittili: terracotta, raku, porcellana e adesso alta temperatura. Ma il suo valore non credo che sia da ricercare in una questione di rispetto delle regole, piuttosto in un intuito, abilità ed eleganza innata. La sua scultura non è solo un compito ben fatto, ma è sostanza della natura. Pagliarulo si nutre di una natura organica e vegetale. Tutto il lavoro di quest’artista è sul filo della tecnica, al confine dei generi, a cavallo delle tendenze, al limite della rappresentazione.
Anche dal punto di vista stilistico incarna le nuove tendenze della ceramica di questo decennio, ne riprende il mood, il clima, ma si ferma un passo prima e un passo dopo senza correre il rischio di essere prevedibile e scontata.
A tratti informale e a tratti ricco di spunti naturalistici, tutto il lavoro di Sabine va allestito su palcoscenico ideale. Ci troviamo di fronte ad una tavola imbandita e come lei stessa ama dire: “ogni pezzo partecipa ad una messa in scena, che svela un mondo denso di ricordi, emozioni, un mondo quasi onirico, dove la scultura rivela finalmente il proprio fine contemporaneo ed estetico”.
​
JASMINE PIGNATELLI
