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BACC2014
OLIVIERORAINALDI

Tutta l’opera di Rainaldi è una messa a fuoco della figura umana. Figure isolate fissate attraverso un segno lineare nella loro essenzialità e corpi che manifestano sottili connessioni con l’essenza nascosta dell’essere. Un connubio di figura e astrazione, di simbolico e figurativo, linee minimaliste di pura forma che attraversano corpo vuoto e pienezza spirituale. Il corpo umano di Rainaldi è quasi sempre evocato, mai descritto, è figura primordiale generata da un uso libero e anticonvenzionale delle proporzioni e dalla perdita del tratto fisionomico. Le opere sono contenitori inondati dal ciclo della vita: l’attesa, la nascita e l’ascolto, sono le scintille vitali che trasformano gli esseri anonimi delle icone di Rainaldi in materia spirituale. Ma in questa immaterialità c’è un altro dato che mai viene svelato e che rimane segreto. È la grande consapevolezza tecnica e l’importante conoscenza della materia e dei materiali. Alle sottili figure dalla complessa consistenza fisica e spirituale, corrisponde una padronanza di tutti i materiali. Sperimenta ad ogni opera nuove soluzioni e si spinge fino a confrontarsi con la materia meno scultorea e imprevedibile come è l’acqua. Anche la terracotta, o ceramica che sia, per l’artista non è una circostanza. Ha potuto conoscerla nel Montana, nel 1993 costruendo forni intorno alle sculture, sperimentando le cotture a legna, per poi continuare negli anni fino a produrre opere importanti come Battesimi umani (’95). Una scultura di 2,30 mt. che unisce forma, corpo astratto, linguaggio e materia e che adesso comunica la sua perfezione nella sede del premio Nobel a Stoccolma.

JASMINE PIGNATELLI

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