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BACC2014
GIUSEPPEDUCROT

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Da cosa dipende la contemporaneità dell’opera? È una domanda che viene spontanea nel momento in cui ci si confronta con le opere di Ducrot. È una questione che, risolta o meno, emerge da quasi ogni testo critico o giornalistico rivolto all’artista.

Marco tonelli nel libro che presentala la statua in marmo del San Giovanni Battista nella Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma, dice di Ducrot che “è uno degli artisti più problematici del nostro tempo e per la storia dell’arte”, perché capace di intrecciare il tempo, di inserirsi in uno squarcio temporale e sentirsi libero di fronte a qualsiasi possibilità di scelta. Il suo rimanere in equilibrio tra le opere monumentali in marmo collocate in spazi sacri e di culto e le famiglie di aragoste, astici e polipi in terracotta invetriata fa parte di quel viaggio spazio/temporale che l’artista affronta con disinvoltura.

Marco tonelli arriva a definire la scultura di Ducrot, un paradosso storico artistico essenza stessa del Ready Made. qualsiasi opera guardiamo di Ducrot, sia essa una statua di un Santo o una Natura Morta ne saremo comunque spiazzati. Spiazzati dalla rivelazione che alla voce Natura Morta ci troveremo davanti una coppia di aragoste o di candelabri in uno stato quasi fluido e mutevole e alla voce Statuaria classica di fonte ad una superficie grattata, per nulla rifinita e lavorata come pixel a bassa

risoluzione. In ogni caso, imprevedibili invenzioni. e il varco che mette in comunicazione tempi lontani funziona anche per la scultura in ceramica: è come se da quella porta spazio-temporale fosse passata per arrivare fino a noi la mano di un Leoncillo o di un Canova, messa a disposizione della tagliente contemporaneità di Ducrot.

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JASMINE PIGNATELLI

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