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BACC2014
CLAUDIAGIANNULI

Sfidano la gravità e avviano una competizione, una lotta silenziosa con la vita e il pubblico, le protagoniste dell’opera di Claudia Giannuli in mostra. Si muovono, sospese, su una corsia reale e apparente, stanno probabilmente per compiere un salto decisivo. oppure si fermeranno per tempo decidendo che vale ancora la pena di vivere?

Vivono le contraddizioni della realtà nell’efferata fragilità del loro corpo gracile; non degnano nessuno di uno sguardo, i folti capelli li schermano con persuasione. La loro reale identità è sconosciuta. e altrettanto offuscato appare il loro destino, proprio in linea con quel soffice e perverso gioco di sospensioni vitali e quell’ambigua attitudine all’attesa che hanno definito la ricerca recente della Giannuli, che tra l’altro da tempo sonda proprio gli angosciosi stati d’animo rannidati nella realtà domestica.

Nell’opera in mostra sceglie di concentrarsi su una serie di figure; tutto attorno ad esse è in bilico, lo sguardo dello spettatore attende una scelta, anche accidentale. Attende l’azione inesorabile del caso. Non si sa cosa accadrà, cosa ne sarà di loro un attimo dopo l’incontro con il nostro sguardo morboso. Creano vertigini i loro passi immobili, ossessionano, finanche spaventano. Generano senza dubbio un’ansia prorompente. Il loro corpo nudo non è erotico, è quello di alcune bambine. È apparentemente innocuo. Non colpiscono per le forme sinuose, ma sorprendono per la scelta minimale delle anatomie. Anche per questo la scena risulta nervosa, densa di un dramma librato, al limite con la vertigine esistenziale.

LORENZO MADARO

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