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BACC2014
DAVIDEMONALDI

Di Davide Monaldi si dice che “monaldizza” le sue creature donandogli le sue fattezze. Sono cloni di un se stesso al limite della “sopportabile deformazione” frutto di una visione onirica più vicina alla dimensione dell’incubo e alla distorsione psichica del sogno. ogni sua singola opera, che sia una figura o un insieme di oggetti replicati, è un bizzarro capriccio proposto in maniera ironica e paradossale. Ripetizione, humour, paradosso e ossessione, sono i dispositivi attraverso i quali attiva una ricerca che il più delle volte porta alla creazione di un “disturbo”. Il mondo di Monaldi è popolato di chimere, uomini deformati e ibridati con in comune un unico dato fisionomico: sembrano essere tutti autoritratti e fanno riferimento alle molteplici immagini di se stesso.

Anche i suoi oggetti, sono mutazioni ottenute da una esasperata replica della stessa forma che tende a saturare la dimensione conosciuta fino a tracimare in un'altra dimensione dove la percezione delle cose è alterata e aberrata. L’habitat dei suoi esseri e dei suoi oggetti, è un possibile “multiverso”, insieme di universi coesistenti e alternativi al di fuori dello spazio-tempo conosciuto, dove le possibili combinazioni di materia convivono con le infinite copie di noi stessi. Da un punto di vista filosofico, l’esistenza di un “multiverso” e la sua “ripopolazione” è un’ipotesi antica, una storia che parte dagli atomisti greci passando per Giordano Bruno fino a Jorge Luis Borge e Monaldi non ha fatto altro che popolare la dimensione caotica degli universi paralleli. Ha clonato il suo mondo con l’effetto immediato di incontrare, al di la di questo, le proiezioni deformate di se stesso.

JASMINE PIGNATELLI

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